venerdì 24 settembre 2010

STORIA DI NATURA(L)...E SENZA VEGETALE...


"C'era un albero che aveva sempre voglia di estate.
Era rigoglioso e gli piaceva stare possente e autoritario a sovrastare le altre piante del bosco.
Il resistere alle stagioni e ai boscaioli l'aveva reso scorbutico e presuntuoso, ma tuttavia era educato e cercava di dare fastidio quanto meno potesse.
Un giovedì di primavera l'albero vide alla base delle sue radici un germoglio.
“Ecco!”- si disse fra sé e sé- “Mai che si possa stare in pace!”

Ma il germoglio non si scoraggiò.

Passarono i mesi e l'albero non aveva ancora limato il suo disappunto:
“Possibile che dopo aver passato l'intera esistenza a non disturbare, mi debba ritrovare assalito da questo parassita?”

Ma il germoglio, divenuto fiore, non diede adito alle lamentele del burbero albero.

Il fiore si riposò quando arrivo l'inverno. Una coperta di neve lo coprì e gli permise di sopravvivere e crescere.

L'albero, dormì.

Al risveglio primaverile il maestoso pioppo si trovò affiancato ad un gladiolo,forte, e indifferente alla sua ombra e al suo carattere cupo.

“Come fai a restarmi staccato?”-gli chiese il pioppo- “Non ti accorgi di vivermi addosso?”
“.....” fu la risposta del fiore.

L'albero decise allora di ignorarlo, non voleva dargliela vinta. Ma soffriva, soffriva molto.
Perché in realtà dietro quella apparente insofferenza, c'era la disperata voglia di comunicare, di godere finalmente della compagnia di qualcuno e, seppur sbagliando, tentava in qualche modo un approccio con il giovane bulbo.
Ma questa reazione gli era del tutto inaspettata, ed anche indesiderata, che si sentiva spossato dall'incocludenza dei suoi tentativi così tanto da sentire decisamente in anticipo l'arrivo dell'autunno.
Ed era giugno.

A dire il vero dopo un inizio un po' incerto il gladiolo si mostrò comunque abbastanza ben disposto a conversare. A volte si intrattenevano a parlare per ore, e all'albero pareva di essere finalmente riuscito a trovare un amico. Ma il giorno dopo si era di nuovo punto e a capo, con un muro di ghiaccio che il gladiolo poneva fra i due.

Decise di ignorarlo dunque, e i primi giorni riuscì a resistere. Ma il terzo provò a ristabilire un contatto.
Il gladiolo, non batté ciglio.

Un giorno però un incendio si abbatté sul bosco e prima che giunse la pioggia, tutto ciò che si trovava all'altezza del suolo morì.
Il gladiolo in quell'occasione tentò per la prima volta un contatto spontaneo con l'albero- “Aiutami!”- gli disse. E il pioppo tentò invano di fare qualcosa, ma le fiamme furono più veloci del suo rendersi conto di essere un immobile blocco legnoso.
Quando piovve la pioggia nascose le lacrime dell'albero ferito due volte. Dall'indifferenza prima, e dalla crudeltà della natura poi. Rimasto nuovamente solo, riprese a brontolare e a sperare, fino alla fine della sua esistenza terrena.
Che arrivò d'estate,come avrebbe voluto lui. Per il bacio d'un fulmine, e per l'abbraccio del vento..."

Alla prossima!!
I Vostri Charlatani Ambientalfavolisticizzati

martedì 14 settembre 2010

CICLO DI STAGIONI





"Settembre è un mese malinconico.
L'abbronzatura dell'estate comincia ad andarsene e, come un serpente in procinto di cambiar pelle, anche noi ci accingiamo ad affrontare l'autunno consapevoli che tutto sarà diverso da prima.
I meloni, le pesche, i frutti di mare e le scorpacciate fresche dell'estate lasceranno il posto ai melograni, alle mele gialle, alle castagne e al torpore delle fonti di calore.
Se camini, stufe, termosifoni o "partners" è indifferente.

L'estate è la stagione dell'aperto, dello stare in grandi spazi a contatto col cielo e in apoteosi sociale.
L'autunno è quella del rifugio: si comincia ora ad imbastire la protezione all'inverno e si passa il tempo a riflettere e a sperare che la notte non finisca mai tanto è piacevole il poltrire sotto le coperte calde.
Siamo ad un punto delicato dell'anno, in cui l'ispirazione balbetta.
Ma è naturale, fa tutto parte del gioco.
Ora nevicano foglie, domani accenderemo il fuoco e ci racconteremo storie. Così facendo sarà di nuovo Estate, e torneremo ad aspettare l'Autunno. Ancora, e ancora, e ancora..."

Alla prossima!
I Vostri Charlatani stagionaloseggianti

lunedì 6 settembre 2010

Testa in coda

Quante volte siamo stati in coda?
Alle poste, in aeroporto, negli uffici pubblici, in cassa al supermercato...
è sempre una scocciatura.
E in autostrada? Il peggiore, o per meglio dire, il più stressante, degli esempi.
Eppure queste file trasudanti di bile repressa e congestionate d'asfalto possono essere delle ottime fonti di ispirazione per un pensiero poetico scorrevole (almeno quello..).
Dopo 4 ore infinite sulla A14, nel tratto che da Forlì porta a Bologna, eccovi l'esperienza notturna di Beppe tradotta in chiave metaforica del dialogo immaginario (frutto dei crampi da frizione-acceleratore-frizione-freno-frizione-acceleratore-frizione-freno) avuto con una sconosciuta vicina di disavventura.



IN CODA, IN AUTOSTRADA

"Io e te,
non siamo niente.

Ingoiati tra le fauci di questo luminoso, infinito serpente.

Ricchi o poveri,
gli è del tutto indifferente.

Continua ad inghiottirci,
voracemente.

In questo inferno di gomma,
asfalto,
metallo,
notte
e bestemmie..."

Alla prossima!
I Vostri Charlatani autoimmobilisticizzati