Quante volte siamo stati in coda?
Alle poste, in aeroporto, negli uffici pubblici, in cassa al supermercato...
è sempre una scocciatura.
E in autostrada? Il peggiore, o per meglio dire, il più stressante, degli esempi.
Eppure queste file trasudanti di bile repressa e congestionate d'asfalto possono essere delle ottime fonti di ispirazione per un pensiero poetico scorrevole (almeno quello..).
Dopo 4 ore infinite sulla A14, nel tratto che da Forlì porta a Bologna, eccovi l'esperienza notturna di Beppe tradotta in chiave metaforica del dialogo immaginario (frutto dei crampi da frizione-acceleratore-frizione-freno-frizione-acceleratore-frizione-freno) avuto con una sconosciuta vicina di disavventura.
IN CODA, IN AUTOSTRADA
"Io e te,
non siamo niente.
Ingoiati tra le fauci di questo luminoso, infinito serpente.
Ricchi o poveri,
gli è del tutto indifferente.
Continua ad inghiottirci,
voracemente.
In questo inferno di gomma,
asfalto,
metallo,
notte
e bestemmie..."
Alla prossima!
I Vostri Charlatani autoimmobilisticizzati
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