domenica 24 luglio 2011

RIFLESSIONE DI DUE AMICI IMMAGINARI

Siamo veri!
Lo sapevi?
L'avresti mai detto, che potesse essere questo uno dei tuoi ultimi pensieri?

Ci avrei giurato, ma non posso essere sicuro,
perchè la verità è come una crepa che si fa largo nel muro:
comincia lieve, s'intravede solamente,
poi continua ad allargarsi, a farsi strada inesorabilmente
per lasciarti inerme
senza protezioni
in balìa del vento, della pioggia e del passare delle stagioni.

Siamo veri?
Oppure ci diamo solo da fare
nel continuare a illuderci
che sia questa la realtà
a cui ci dobbiamo abituare
tra le nostre infinite possibilità
di poterci evolvere fino a riuscire a volare
mentre il resto conta poco o niente
perchè siamo solo io e te
ed è questo l'importante.

Siamo veri.
Così come lo è anche il contrario
perchè ogni treno
che va o che ritorna
attraversa sempre lo stesso binario.

Facciamone tesoro
allora
di questi pochi momenti leggeri
poichè saranno le uniche certezze a cui ci potremmo aggrappare
solamente un attimo prima che dal sogno dell'innocenza ci dovremo svegliare
per ricominciare a camminare
in questa terra seminata di dubbi
tra mille tormenti
ed altrettante ambiguità
che saran fonte di sgomento, di paure e di incredulità
ma che anche ci renderan più forti
nei confronti di ogni avversità
poichè saranno terreno fertile
per coltivare il nostro coraggio
il nostro esistere
e la nostra gioia di vivere onesti
nel segno della più devastante sincerità.

Siamo veri!
Lo sapevi?

Alla Prossima!
I Vostri Charlatani vericisticisticatamenteveristicizzati

martedì 5 luglio 2011

VOLEVO FARE L'ARTISTA

Volevo fare l'artista,
nonostante la coscienza mi consigliasse di non contrappormi allo spirito di adeguamento cui dovevo far conto per sopravvivere a questo mondo.

Volevo fare l'artista,
e ne ero orgoglioso.
Perchè in fin dei conti mi interessavano poco la fama, il successo, il denaro e un lavoro da cui fuggire per due settimane all'anno.

Volevo fare l'artista,
e spesso mi scontravo con la filosofia inconsciamente condivisa ed accettata da gran parte della civiltà: tutto è in vendita, soprattutto la libertà, ed è meglio abituarsi presto all'idea di riverire qualcuno o qualcosa per poterne ottenere un po'.

Volevo fare l'artista,
e il dover spremermi per qualcosa in cui non credevo mi nauseava e mi irritava, ma ero nato schiavo. Per cui tappandomi il naso ingoiavo anch'io la mia porzione di merda giornaliera e sorridendo passavo le giornate covando la speranza che un giorno, forse, da tutto quello sterco masticato con disgusto, ne sarebbe magari uscito qualocosa di buono. Come un fiore, o un diamante, o un vasetto di miele da cui potermi nutrire con maggior appetito.

Volevo fare l'artista,
ma ero senza talenti.

Volevo fare l'artista,
e finì col morire di stenti

...cosa che dispuaque più a creditori, banchieri e "serpenti"
piuttosto che a genitori, amici e parenti.



Alla Prossima!
I Vostri Charlatani Artisticisticizzati