Pensiero in prosa per festeggiare il dodecompleanno della band cui questo spazio fa riferimento e chiunque supporti e sopporti il progetto Charlotte Bean dal 1999.
ma mai come in questa età si ha forze ed entusiasmi necessari a distinguersi.
In dodici anni si combina di tutto e proprio per questo sembra di non aver ancora combinato niente:
fa parte del gioco, è caratteristica di ogni fanciullo imberbe, di ogni giovane ancora incosciente;
avere un senso di insoddisfazione, utile a fare quel passo in più che di un volo possa dare l'emozionante percezione.
A dodici anni inizia a prendere forma la coscienza,
a dodici anni si fa i conti con l'incoerenza,
a dodici anni è forte la baldanza,
che poi costituirà di tutti la sostanza.
Adulti non si diventa senza lasciar viva la parte infantile della nostra entità,
sennò addio crescita, e tanti saluti identità.
Si è ancora piccoli solo per anagrafe e per concezione di maturità,
eppure di esperienze quante se ne ha?
Tante, tantissime: un'infinità.
Il gioco si fa serio, questa è la sola differenza.
A qualcuno sta bene, e qualcun'altro ne farebbe volentieri a meno.
Si entra in piena adolescenza:
nell'impertinenza dell'essere
piena dell'arroganza tipica della gioventù
che è come il sogno di un aquilone
pretenzioso di avere dal futuro
qualcosa di più.
Racchiuso nella speranza di un miglioramento
si forma lo squilibrio che da ragione solo al sentimento
che senza colpo ferire
fa si che l'anima giocosa di un infante eccitato continui a farsi sentire.
A dodici anni prende piede l'idea di orgoglio e malinconia
accompagnanti il passo di chiunque
che
con vigore
della vita
continui a percorrere ogni giorno la via:
"Poichè si è dispensatori di entusiasmo, di gioia, e di fervente creatività,
si può essere originali in tutto,
e dozzinali solo nell'età"
Alla Prossima!
I Vostri Charlatani dodecacompleannisticizzati
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