Chiariamo subito una cosa: gli addii si danno solo ai funerali.
domenica 27 aprile 2014
mercoledì 13 febbraio 2013
STORIA VERA?
Da quel cilindro magico che solo un portafoglio sgualcito può, e sa essere, ecco uscire un vecchio foglietto di carta con una piccola storiella FiabescoEsistenzialMetafisica scritta sopra.
Buona Lettura:
LA RUOTA GIRA E SEMPRE GIRERA'
"Al funerale della gioia
nessuno piangeva:
la tristezza era ad un battesimo.
In compenso, per affrontare al meglio la perdita,
i nostalgici accorsi all'evento pensarono:
"Dal momento che è l'ultima occasione, tanto vale divertirsi!"..
Così danzarono, cantarono, bevvero, urlarono, si picchiarono, si abbraciarono, giocarono, suonarono i secchi, vomitarono, alcuni copularono (c'erano anche coppie di nosalgici (lui/lei; lui/lui; lei/lei), che preso atto del momento tanto solenne, erano decise a non farsi mancar proprio nulla); ininterrottamente
per tutta la notte.
Al mattino, la gioia riapparve tra loro, come risorta.
Insieme al sole.
Tristezza invece, restò bloccata al battesimo di sé stessa, in compagnia di sorella solitudine e cugina noia.
Pensò frasi tipo-"Poteva andarmi peggio"-e-"Buona o cattiva che sia, una compagnia è pur sempre una compagnia", per tirarsi un po' su.
Senza credere che ciò potesse influire minimamente alla realtà circostante.
Sbagliando.
Infatti, di lì a pochi secondi avrebbe notato che sorella solitudine "era diversa dal solito"; e che cugina noia le stava diventando pian piano simpatica.
Ciò la portò a ritrovarsi inaspettatamente con Gioia, a partecipare alla festa di Nonno Ottimismo.
Che le trasmise un rasserenante senso di piacere,
e che l'accompagnò quieta verso una nobile dimensione autoannulante e densa di felicità.
Cessando di esistere.
...ancora per poco..."
Alla Prossima!
I Vostri Charlatani asgamrallizisticistipistifistinisticisticizzati
Buona Lettura:
LA RUOTA GIRA E SEMPRE GIRERA'
"Al funerale della gioia
nessuno piangeva:
la tristezza era ad un battesimo.
In compenso, per affrontare al meglio la perdita,
i nostalgici accorsi all'evento pensarono:
"Dal momento che è l'ultima occasione, tanto vale divertirsi!"..
Così danzarono, cantarono, bevvero, urlarono, si picchiarono, si abbraciarono, giocarono, suonarono i secchi, vomitarono, alcuni copularono (c'erano anche coppie di nosalgici (lui/lei; lui/lui; lei/lei), che preso atto del momento tanto solenne, erano decise a non farsi mancar proprio nulla); ininterrottamente
per tutta la notte.
Al mattino, la gioia riapparve tra loro, come risorta.
Insieme al sole.
Tristezza invece, restò bloccata al battesimo di sé stessa, in compagnia di sorella solitudine e cugina noia.
Pensò frasi tipo-"Poteva andarmi peggio"-e-"Buona o cattiva che sia, una compagnia è pur sempre una compagnia", per tirarsi un po' su.
Senza credere che ciò potesse influire minimamente alla realtà circostante.
Sbagliando.
Infatti, di lì a pochi secondi avrebbe notato che sorella solitudine "era diversa dal solito"; e che cugina noia le stava diventando pian piano simpatica.
Ciò la portò a ritrovarsi inaspettatamente con Gioia, a partecipare alla festa di Nonno Ottimismo.
Che le trasmise un rasserenante senso di piacere,
e che l'accompagnò quieta verso una nobile dimensione autoannulante e densa di felicità.
Cessando di esistere.
...ancora per poco..."
Alla Prossima!
I Vostri Charlatani asgamrallizisticistipistifistinisticisticizzati
lunedì 20 agosto 2012
L'ITALIA CHE VORREI
Della serie "ci stiam prendendo gusto", ecco un altro delirio poetico, questa volta dal sapor patriottico-idealista (e dato il periodo, ci può anche stare), sbucato "fresco" "fresco" dalla tasca di una giacca invernale. Buona Condivisione.
"L'italia che vorrei è onesta.
Con persone solidali
preoccupate più a curarsi del prossimo
che di se stesse.
L'Italia che vorrei è geniale.
Un posto dove le leggi di mercato, la burocrazia esasperata e il volere dei "faraoni"
siano ininfluenti sull'attuabilità di idee e progetti
utili ad una sana vivibilità
di tutta la comunità.
L'Italia che vorrei è accogliente.
Senza problemi legati a dettagli fisici
geografici
o ideologici.
L'Italia che vorrei è sensibile all'arte:
capace di stupirsi come un bambino al circo.
Sempre e comunque.
L'Italia che vorrei è profondamente pacifista
e libera da divise,
con un popolo mosso da un sentimento condiviso di
rispetto per la vita
e propensione alla tolleranza.
L'Italia che vorrei ha un futuro radioso.
Perchè lascerebbe ai bambini la libertà di giocare
senza apprensioni.
Per la testa delle bambole
o per il cuio dei palloni.
Ed ascolta gli anziani.
Evitando di prenderli per matti
o di vederli come zavorre pedanti e noiose.
L'Italia che vorrei ha a cuore la dignità di tutti:
non permetterebbe a nessuno di "prostituirsi" per un tozzo di pane,
ma piuttosto gli insegnerebbe il mestiere del panettiere.
L'Italia che vorrei
Ha tutto in ciò che è
ed è tutta in ciò che ha:
un magazzino inesplorato
dalle enormi possibilità
racchiuso in una miniera
di luminose capacità.
L'Italia che vorrei semplicemente è questa qua:
un barlume di speranza,
un esempio di civiltà."
"L'italia che vorrei è onesta.
Con persone solidali
preoccupate più a curarsi del prossimo
che di se stesse.
L'Italia che vorrei è geniale.
Un posto dove le leggi di mercato, la burocrazia esasperata e il volere dei "faraoni"
siano ininfluenti sull'attuabilità di idee e progetti
utili ad una sana vivibilità
di tutta la comunità.
L'Italia che vorrei è accogliente.
Senza problemi legati a dettagli fisici
geografici
o ideologici.
L'Italia che vorrei è sensibile all'arte:
capace di stupirsi come un bambino al circo.
Sempre e comunque.
L'Italia che vorrei è profondamente pacifista
e libera da divise,
con un popolo mosso da un sentimento condiviso di
rispetto per la vita
e propensione alla tolleranza.
L'Italia che vorrei ha un futuro radioso.
Perchè lascerebbe ai bambini la libertà di giocare
senza apprensioni.
Per la testa delle bambole
o per il cuio dei palloni.
Ed ascolta gli anziani.
Evitando di prenderli per matti
o di vederli come zavorre pedanti e noiose.
L'Italia che vorrei ha a cuore la dignità di tutti:
non permetterebbe a nessuno di "prostituirsi" per un tozzo di pane,
ma piuttosto gli insegnerebbe il mestiere del panettiere.
L'Italia che vorrei
Ha tutto in ciò che è
ed è tutta in ciò che ha:
un magazzino inesplorato
dalle enormi possibilità
racchiuso in una miniera
di luminose capacità.
L'Italia che vorrei semplicemente è questa qua:
un barlume di speranza,
un esempio di civiltà."
Alla prossima!
I Vostri Charlatani IdealItalianicisticizzatisabato 18 agosto 2012
RIFLESSIONE DA UNA FONTE IMPROBABILE
Scartabellando qua e là, ecco spuntar fuori, steso sul programma di una ben nota manifestazione musicale, un piccolo e personale "appunto" che sa di delirio poetico. E che val la pena di essere condiviso. Buona Percezione.
"I polmoni sindacalizzati
giudicano l'aria che respiri,
senza condizionarla.
E i fegati mansueti,
circoncisi,
si deturpano al piacere del bere.
Entrambi sviano dal sentiero della salute,
ma al cuor non si comanda!
Per cui si continua ad uscire dal percorso di rigore
fiduciosi di un domani (almeno) diverso,
se non proprio migliore.
Diverso da ciò che vorrebbero il fegato,
da ciò che vorrebbero i polmoni.
Ma senz'altro uguale alle speranze che covano in fondo al cuore.
Cui tutto si può chiedere,
tranne che di sentir ragioni."
Alla Prossima!
I Vostri Charlatani Deliricisticizzati
"I polmoni sindacalizzati
giudicano l'aria che respiri,
senza condizionarla.
E i fegati mansueti,
circoncisi,
si deturpano al piacere del bere.
Entrambi sviano dal sentiero della salute,
ma al cuor non si comanda!
Per cui si continua ad uscire dal percorso di rigore
fiduciosi di un domani (almeno) diverso,
se non proprio migliore.
Diverso da ciò che vorrebbero il fegato,
da ciò che vorrebbero i polmoni.
Ma senz'altro uguale alle speranze che covano in fondo al cuore.
Cui tutto si può chiedere,
tranne che di sentir ragioni."
Alla Prossima!
I Vostri Charlatani Deliricisticizzati
giovedì 2 agosto 2012
STORIA ESTIVA DI PIACERE E SOFFERENZA
Eccolo li. A soffrire ancora, dopo che
per due settimane si è dato da fare per cercare di caricarsi al
meglio. Inutilmente. Ancora una volta torna sugli stessi identici
passi di prima di cominciare il proprio fioretto. Due settimane in
cui gli input per venir meno ai propri moniti sono stati molti, ma
senza essere talmente forti da farlo cadere in tentazione così come
sta per accadere ora.
Sa che sarà solo questione di minuti,
e poi tutto sarà mandato a monte. Non resta altro che armarsi di
pazienza, e cercare di fissare un nuovo obiettivo, magari più
accessibile di quello appena tradito.
Due settimane. Due settimane in cui la
forma dei propri pensieri è stata constantemente circoscritta dai
fantasmi dei propri desideri, riuscendo a resistere fin quando è
stato possibile. Cioè fino ad ora.
Eccolo lì, allora. Trepidante davanti
alla sua immagine riflessa mentre si accinge a metter mano sui propri
valori infranti, scatenando le ire di quella morale cattolica con cui
è stato cresciuto ed educato, che in un cantuccio di se stesso urla
allo scandalo per la manifestazione di incoerenza che sta per aver
luogo; e mentre con spirito bugiardo continua a ripetersi a bassa
voce: “Questa è l'ultima volta”, come a voler in qualche modo
esorcizzare i sensi di colpa che sicuramente arriveranno appena un
attimo dopo il brivido di piacere causato dalla tempesta di endorfine
che avrà luogo di lì a brevissimo tempo.
Ancora pochi istanti. Il tempo solo di
prender posto e di regolare la respirazione, che nel frattempo si è
fatta concitata e irregolare per l'eccitazione.
Ecco ci siamo, è il momento. Già vede
la sua mano avvolgere il suo personale cilindro di piacere mentre già
dall'apice gocciolano piccole quantità vigliacche di sostanza
dolciastra, in segno di quanto la temperatura sia calda, e di quanto
sia valso la pena attendere nonostante l'incongruenza dei risultati
rispetto agli obiettivi “salutistico-masochista” prefissati
nemmeno un mese prima.
“Fanculo alla forza di volontà. Per
una volta”-dice fra sé e sé, e a chi gli sta di fronte, che
intanto lo guarda in un misto di sbigottimento e attesa- “La vita
va vissuta”. “E come diceva Oscar Wilde: l'unico modo per
liberarsi da una tentazione, è cedervi!”, “per cui bando alle
restrizioni: UN CONO. TRE PALLINE. CIOCCOLATO, MENTA, COCCO; E DOPPIA RAZIONE DI PANNA MONTATA.
GRAZIE.
GRAZIE.
..Quant'è?”
Alla Prossima!
I Vostri Charlatani Sofferetnemente e golosocisticatamenteEstivicivisticisticizzati
sabato 14 aprile 2012
IL DISBOSCO
Le stagioni dell'odio si facevano sempre più intense,
rigurgiti di malinconia sfioravano i pensieri di milioni di menti. Ferme.
Buoni e cattivi, sani e malati, tutti riuniti sotto un unico segno color rosso sangue, perpetuavano il loro poltrire senza dare alcun segno di stanchezza.
A dire il vero, c'erano ancora dei pezzi di sforzo sparsi qua e là, ma nessuno ci badava più.
Alcuni sarebbero rimasti, mentre altri sarebbero stati trasferiti ben oltre i confini dell'ammissibile.
Resisi conto dell'imminente disastro, i profeti dell'ossigeno decisero che era giunto il momento di agire.
Si guardarono l'un l'altro, senza parlare.
E in questo clima di costante silenzio, poterono udire solo i tonfi generati dalle disperate cadute dei compagni in lontananza.
Coscienti del proprio destino, ma del tutto inermi e impreparati al suo presentarsi, poterono solo continuare a guardarsi. Sempre in silenzio, e sempre con la volontà di incoraggiarsi l'un l'altro, sperando che, magari, da quell'unirsi platonicamente in un abbraccio idealistico, il dolore potesse sembrare più lieve.
Intanto i tonfi si avvicinavano sempre più minacciosi. Finché il ronzio della fine li raggiunse.
Ad uno ad uno, tutti gli alberi caddero senza che nessuno di loro potesse emettere il benché minimo lamento, e il bosco che un tempo popolava quel piccolo pezzo di mondo venne presto sostituito dalla nuova villa con piscina (ed eliporto) di Paris Hilton.
Fu l'apoteosi del cemento, e la fine del mondo. Ma solo di quello secondo natura.
Per il resto, rimase tutto come prima: coperto da una sottile coltre di silenzio e permeato da una macabra quiete da cui non sarebbe mai stato possibile liberarsi. Nemmeno coi soldi di Paris Hilton.
rigurgiti di malinconia sfioravano i pensieri di milioni di menti. Ferme.
Buoni e cattivi, sani e malati, tutti riuniti sotto un unico segno color rosso sangue, perpetuavano il loro poltrire senza dare alcun segno di stanchezza.
A dire il vero, c'erano ancora dei pezzi di sforzo sparsi qua e là, ma nessuno ci badava più.
Alcuni sarebbero rimasti, mentre altri sarebbero stati trasferiti ben oltre i confini dell'ammissibile.
Resisi conto dell'imminente disastro, i profeti dell'ossigeno decisero che era giunto il momento di agire.
Si guardarono l'un l'altro, senza parlare.
E in questo clima di costante silenzio, poterono udire solo i tonfi generati dalle disperate cadute dei compagni in lontananza.
Coscienti del proprio destino, ma del tutto inermi e impreparati al suo presentarsi, poterono solo continuare a guardarsi. Sempre in silenzio, e sempre con la volontà di incoraggiarsi l'un l'altro, sperando che, magari, da quell'unirsi platonicamente in un abbraccio idealistico, il dolore potesse sembrare più lieve.
Intanto i tonfi si avvicinavano sempre più minacciosi. Finché il ronzio della fine li raggiunse.
Ad uno ad uno, tutti gli alberi caddero senza che nessuno di loro potesse emettere il benché minimo lamento, e il bosco che un tempo popolava quel piccolo pezzo di mondo venne presto sostituito dalla nuova villa con piscina (ed eliporto) di Paris Hilton.
Fu l'apoteosi del cemento, e la fine del mondo. Ma solo di quello secondo natura.
Per il resto, rimase tutto come prima: coperto da una sottile coltre di silenzio e permeato da una macabra quiete da cui non sarebbe mai stato possibile liberarsi. Nemmeno coi soldi di Paris Hilton.
venerdì 10 febbraio 2012
NEVE
Cuore di stelle all'assalto di un mare di catrame,
stende la coltre di gelo tra le ossa della città
che,
sonnolenta,
si abbandona alla placidità
di un sogno pesante come il silenzio
e asettico come la realtà.
Illimitati circoli d'aria rincorrono se stessi innalzando nuvole di evanescenza solida
mentre l'impercettibile suono dell'inverno
si propoaga a macchia d'olio non curante delle barriere architettoniche.
Letale e ammaliante,
irradia di luce la notte e i suoi umori lunatici.
Caldo.
Fatti sentire.
Alla Prossima!
I Vostri Charlatani Nevinvernalicistiinfreddolistizzati
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