martedì 21 dicembre 2010

COSI' PARLO' LA FARFALLA AL BRUCO...



"Dura solo un giorno. Poi, svanisce. Perde di profondità, e il suo valore diminuisce mano a mano che il tempo passa.
Che puoi farci?
E' la natura che lo vuole.
Oggi sei qui, domani chissà, e via ai luoghi comuni.
Immagina se tu non fossi ciò che credi. Magari pensi che un giorno tutto finirà, e se invece non fosse così?
E se invece nulla si creasse, nulla si distruggesse, ma tutto si trasformasse?
La fine è solo qualcosa che anticipa un nuovo inizio oppure è ora di iniziare a smettere di dare tutto per scontato?
Quanti paletti conti nella tua testa?
Quanti sono i dubbi che affollano la tua sempre più stretta scatola cranica?
Quali attegiamenti stai assumendo a riguardo?
E verso te stesso? Come ti poni?

Una volta provato a dare risposta a tutto questo, credi davvero che tutto sarà ancora come prima?
Sì?
No?
Non sta a te deciderlo, sta tranquillo. Spetta alla natura. Tu potrai solo modellarti ad essa, sciogliendoti come un cubetto di ghiaccio al sole e fondendoti completamente alla sua essenza, da cui provieni, e in cui ritornerai.
Così la trasformazione sarà completa.
E vedrai il mondo con occhi diversi..."

Alla Prossima!
I vostri Charlatani larvasisticizzati

venerdì 10 dicembre 2010

RIFLETTENDO DIRIMPETTO AL LAVANDINO...



"Niente, il vuoto.
Provi a pensare a quanto potresti fare per rimediare a quel senso di piattezza che ti attanglia, ma quel poco che di libero ti rimane nel cervello non sai con cosa occuparlo.
E allora,....
Hai come un ronzio muto che ti attraversa le tempie, e un senso di colpa inconscio che si insidia nell'anima e che proprio non sai come fare per alleviarne il fastidio che ti provoca.
Anche perchè alla pari di tutto questo senti comunque di non fare del male, sai di essere innocuo.
Sei come una pianta grassa: assorbi le negatività e tutto sommato sprigioni ossigeno e contribuisci alla sopravvivenza dell'ecosistema in cui vivi. O, forse sarebbe più adatto dire, in cui esisti.

Il nulla si ingrandisce, e forse sarebbe ora di cominciare a interpretarlo più come uno spazio immacolato che aspetta solo di essere esplorato, colonizzato, colorato... che come un area vuota e scura su cui compiangersi.

In fondo quel ronzio sai che è solo il segnale che precede il salto, che è come la lucetta verde negli aerei dei paracadutisti, che è come la calma prima della tempesta.
Hai paura di aver perso l'ispirazione?
Bene! Significa che hai raggiunto il limite, che fino a ieri eri così e che piano piano stai crescendo in cosà.
Goditi quelle paure, perchè sono lo sprono della tua evoluzione, e forse anche di ciò che ti sta intorno.
Sorridi ai timori, e non ti sembreranno più ostacoli, ma siepi di rose da attraversare in volo. Leggero e leggiadro come un aquilone sfuggito dalle dita di un bambino viziato...

Ora però svegliati, e spegni il rasoio elettrico, sennò il ronzio continuerà all'infinito..."

Alla Prosima!
I vostri Charlatani catatonicidraulicatamenteriflessivicizzati

giovedì 2 dicembre 2010

IMMORTALATI E INSCATOLATI

Eccoci qua dunque.
Eccoci qua sotto.
In capelli, strumenti e in live.
Le foto qui sotto testimoniano la nostra ultima uscita (che per la cronaca è stata Domenica 28 Novembre al Crazy Bull di Vicenza), e anticipano di qualche giorno la nascita ufficiale di InScatola.org, il contenitore indipendente che abbiamo creato in collaborazione con altre band e artisti di Montecchio e che vi invitiamo a conoscere e a supportare (senza impegno, a meno che non lo desideriate...) Sabato 11 Dicembre all'E20 underground di Montecchio (tanto per attuare una sorta di politica produttiva e promozionale a "Km 0").
Al momento è tutto. Non ci dilaghiamo oltre.
Quindi per ora:
Eccoci Qua!




Alla Prossima!
I Vostri Charlatani Inscatolati.

giovedì 18 novembre 2010

COME UNA BOTTIGLIA...

































Immagina di essere una bottiglia.
Vuota.
Immagina di trovarti di fronte all'oceano.
Immenso.
Immagina che l'acqua sia tutto il sapere del mondo..
Riuscirai a riempirti di esso?
Non potrai immagazzinarlo tutto, questo lo sai, ma...di quante gocce è fatto il mare?

Ecco, di quelle potrai prenderne abbastanza da riempirti a sazietà, immagazzinando comunque una buona quantità di sapere e acquisendo una vasta gamma di esperienze che un giorno potrebbero esserti utili, oppure no. Ma non ha importanza. Basta riempire il vuoto.

Prendi allora una goccia enorme per iniziare, e posala sul fondo. Mettici pure ciò che vuoi: passione, penne, fiori, bottoni, mattoni, musica, numeri, lettere, colori, animali, fantasia, odori..: sarà la tua base.

Poi continua a servirti voracemente, senza freno: non sarai stanco, fidati.
Versati di tutto un pò, senza esagerare, e goccia dopo goccia sentirai il tempo passare velocemente e il tuo vuoto diminuire sempre più lentamente.
Ti troverai così, quasi senza accorgertene, pieno fino all'orlo.
E allora capirai che quello sarà il momento giusto per riversarsi nel mare che ti ha nutrito, contribuendo al suo arricchimento, mentre alle tue spalle un piccolo collo di bottiglietta si scorge all'orizzonte...


Alla Prossima!
I Vostri Charlatani imbottigliatisticizzati

sabato 13 novembre 2010

CON LE DITA NELLA MARMELLATA



"La sensazione della tentazione,
è irresistibile,
è come un'erezione.
Un'emozione scrosciante di un pensiero assillante, da dover soddisfare per non essere proprio con se stessi intollerante.
Arrogante,
si ha un momento di leggerezza in questo mondo dove bisogna camminare con le zampe di un elefante e il cervello di una zanzara,
ma anche al contrario la cosa non sarebbe poi tanto differente.

Ora sono un essere latente, con le dita più unte e con le mani giunte.
Non posso fare il finto tonto, perchè dovrò trovarmi pronto, quando per il mio passo falso dovrò pagare senza sconto.

Le dita sono tinte, e non posso proprio dire che siano unghie finte.

A quel punto il mio piano potrebbe andare a monte, ma qualora riuscisse, potrei essere anche capace di cavalcare un rinoceronte...

...e con un pò di pane anche un bisonte..."



Alla prossima
I Vostri Charlatani vischiosiefruttati

giovedì 11 novembre 2010

GIOCA! ALZA LA POSTA! RISCHIA!



Gioca.
Alza la posta.
Rischia!
E se poi non va come vorrei?
...
Mah, chissà, dipende dalla sorte, o dall'impeto con cui saprai mordere il momento...
Pensa, immagina, se il salto ne buio in realtà portasse alla luce?
Saresti più sereno?
E poi, senza provare, resterai comunque tormentato...
Scegli dunque, sei senza alternative.
E poi?
Nulla, solo tu.
Lasciati trascinare dall'istinto, fregatene di cosa le circostanze consigliano. Valgono solo le sensazioni, le figure, e alla fine la vita è la vita comunque...
Puoi mollare, ma non ti puoi lamentare.
Oppure puoi, ma credi che anche questo non comporti un rischio?
Rifletti dunque.
Ma in ogni caso, lo sai meglio di me, sarà inevitabile, a te stesso dovrai comunque dire:
"Gioca!
Alza la posta!
Rischia!"

Alla Prossima!
I Vostri Charlatani giocolieristirischiati...

giovedì 4 novembre 2010

COME UNA FIAMMA OSSIDRICA



Come una fiamma ossidrica scaldiamo e bruciamo velocemente la passione che l'uno per l'altro proviamo.
Poi tutto finisce, e ci addormentiamo...
Come una fiamma ossidrica saldiamo i nostri legami, sperando che il tempo e il freddo dei nostri animi diversi non ci spezzino.
Come una fiamma ossidrica ci vestiamo di blu e ci cospargiamo di calore, accorgendoci sempre poi che è solo superficie, e che di caldo ci vuole il cuore.
Come una fiamma ossidrica corriamo il rischio di lanciare lapilli impazziti di fuoco, generando a volte incendi potenti a cui di fronte ci sentiamo impotenti, rimanendo vittime così delle nostre lacrime incandescenti.
Come una fiamma ossidrica ripariamo i danni che spesso da soli ci creiamo, ma l'acciaio che è incrinato
raramente riesce di vederlo a nuovo riassestato, perciò ci scoraggiamo,
e come una fiamma ossidrica ci regoliamo, finchè il momento è passato, e lentamente ci spegnamo.


Alla prossima!
I Vostri Charlatani carpentieristicicatamenteinfiammabilizzati

martedì 26 ottobre 2010

MEMORIE, RIFLESSIONI E CONSIGLI DI UN SOPRAMMOBILE DISILLUSO.



"Immobile.
Diverso dal dirti attivo, dal crederti vivo, ti ritrovi ad essere immobile.
Incollato a una sedia, a un divano, a una vita che senti non appartenerti, ma che per convenienza e spirito di sopravvivenza continui a fare tua.
Intorno c'è un gran chiasso di silenzio, che vertiginosamente produce un suono muto di aria e molecole invisibili fastidiose come l'odore di carne marcia.
Non puoi toccarle. Non puoi sentirle.
Ma riescono comunque a schiacciarti, poichè si nutrono dei tuoi pensieri. E creando una morsa di malignità e disprezzo verso te stesso che fa male più di un pugno nello stomaco ti mettono a nudo, ti mettono a fuoco, e ti fanno una foto che non potrebbe essere più sincera e stupida: ci sono solo i tuoi difetti.
Puoi far poco, perchè puoi solo non farci niente.
Devi aspettare che passi molto tempo,e vedere la foto ingiallire, prima di poter riconoscere qualche pregio in mezzo a tutti quei punti oscuri catturati nel momento in cui ti sei proiettato nell'infinita eternità della tua giovinezza.
Pensa dunque al presente, e vivi più in funzione di ciò che sai di essere, piuttosto che di ciò che vorresti essere.
Cancella il desiderio.
E, anche se immobile, sarai libero e sereno."


Alla Prossima!
I Vostri Charlatani pensieromobilisticizzatamenotturnisticizzati

giovedì 14 ottobre 2010

LE CRONACHE DI LAUREA

Rendiconto della giornata passata a brindare i traguardi accademici di amici e amiche sottoforma di novella epica e a tratti evangelica. Buona lettura:

"Erano giorni di festa. Erano momenti felici. Erano attimi di serenità. Nonostante tutto. Nonostante le foglie gialle, il sole assente e il freddo incombente.
I cuori erano caldi. E tanto bastava ai ragazzi per dipingere sui loro volti dei sorrisi autentici come l'innocenza di un bambino.

Crocefisso e ubriaco, un Cristo fasullo (ma in buona fede) inneggiava la folla a seguirlo. E questa, vicina al suo stato decisamente molto umano e poco divino (ma qui c'è un controsenso, visto lo stato d'ebrezza del sedicente messia...), lo seguì. Per ben tre volte. Qualcuno anche quattro.
Cantavano e ballavano al suo passaggio. Mentre il resto del mondo, divertito e attonito, ne osservava lo spostamento con un pizzico di benevola invidia nel sapersi estraneo a tutto ciò, e un piacevole sollevamento spirituale figlio di quell'energia positiva che soltanto un momento come questo ha la capacità di creare.

Nel frattempo un'allegra e prosperosa profeta del fiasco si unì al corteo, aumentando di conseguenza la massa fluida di quel torrente umano.
Allo scoccare del pomeriggio, paghi del tasso alcometrico e da una vita di fatiche, alcuni adepti si staccarono dalla manifestazione gaudiosa e si ritirarono per riprendere fiato e fegato.
Chi viaggiando tra vallate e colline con le rotaie ai piedi, e chi semplicemente con una bella al fianco, ma solo per dare e per godere di un affettuoso arrivederci prima di separarsene nuovamente.
La maggior parte degli adepti invece, seguì imperterrita e fedele il suo maestro di spettacolo.
E ciò che avvenne poi rimarrà avvolto da un alone di leggenda e mistero di cui forse un giorno qualcuno potrà farne testimonianza, ma che per ora ancora non ci è dato sapere.

Erano giorni di festa. Erano momenti felici. Erano attimi di serenità. Nonostante Tutto."

Alla prossima!!
I vostri Charlatani immersinelmondodellecelebrazioniaccademichevangeliche

giovedì 7 ottobre 2010

NUOVO MYSPACE

Il social network più utilizzato per la diffusione musicale "indipendente" si è rifatto il look e si è semplificato nei layout: niente più stelline luccicanti con immagini porno di persone porno che fanno cose porno, e immagini scorrevoli di video musicali di Jack Jhonson, ma soluzioni grafiche più semplici e informazioni più fluide.

In un epoca dove tutto è sempre più confuso e sconfusionato, ci vuole un momento per riordianre le cose e "rinascere". Come un bruco quando agonizzante si ricopre di larva e diventa farfalla. Come il latte quando incontra il caffè e diventa cappuccino. Come l'acqua dolce quando si abbraccia a quella salata e forma il mare.
Come...

Vabbè, tutto questo per dirvi che abbiamo "restaurato" la nostra pagina myspace, invitandovi quindi a darci un'occhiata.
www.myspace.com/charlatani
Per ora i pezzi sono ancora quelli che tutti conoscete, ma...

Alla Prossima!
I vostri Charlatani laborioseggianti...

venerdì 24 settembre 2010

STORIA DI NATURA(L)...E SENZA VEGETALE...


"C'era un albero che aveva sempre voglia di estate.
Era rigoglioso e gli piaceva stare possente e autoritario a sovrastare le altre piante del bosco.
Il resistere alle stagioni e ai boscaioli l'aveva reso scorbutico e presuntuoso, ma tuttavia era educato e cercava di dare fastidio quanto meno potesse.
Un giovedì di primavera l'albero vide alla base delle sue radici un germoglio.
“Ecco!”- si disse fra sé e sé- “Mai che si possa stare in pace!”

Ma il germoglio non si scoraggiò.

Passarono i mesi e l'albero non aveva ancora limato il suo disappunto:
“Possibile che dopo aver passato l'intera esistenza a non disturbare, mi debba ritrovare assalito da questo parassita?”

Ma il germoglio, divenuto fiore, non diede adito alle lamentele del burbero albero.

Il fiore si riposò quando arrivo l'inverno. Una coperta di neve lo coprì e gli permise di sopravvivere e crescere.

L'albero, dormì.

Al risveglio primaverile il maestoso pioppo si trovò affiancato ad un gladiolo,forte, e indifferente alla sua ombra e al suo carattere cupo.

“Come fai a restarmi staccato?”-gli chiese il pioppo- “Non ti accorgi di vivermi addosso?”
“.....” fu la risposta del fiore.

L'albero decise allora di ignorarlo, non voleva dargliela vinta. Ma soffriva, soffriva molto.
Perché in realtà dietro quella apparente insofferenza, c'era la disperata voglia di comunicare, di godere finalmente della compagnia di qualcuno e, seppur sbagliando, tentava in qualche modo un approccio con il giovane bulbo.
Ma questa reazione gli era del tutto inaspettata, ed anche indesiderata, che si sentiva spossato dall'incocludenza dei suoi tentativi così tanto da sentire decisamente in anticipo l'arrivo dell'autunno.
Ed era giugno.

A dire il vero dopo un inizio un po' incerto il gladiolo si mostrò comunque abbastanza ben disposto a conversare. A volte si intrattenevano a parlare per ore, e all'albero pareva di essere finalmente riuscito a trovare un amico. Ma il giorno dopo si era di nuovo punto e a capo, con un muro di ghiaccio che il gladiolo poneva fra i due.

Decise di ignorarlo dunque, e i primi giorni riuscì a resistere. Ma il terzo provò a ristabilire un contatto.
Il gladiolo, non batté ciglio.

Un giorno però un incendio si abbatté sul bosco e prima che giunse la pioggia, tutto ciò che si trovava all'altezza del suolo morì.
Il gladiolo in quell'occasione tentò per la prima volta un contatto spontaneo con l'albero- “Aiutami!”- gli disse. E il pioppo tentò invano di fare qualcosa, ma le fiamme furono più veloci del suo rendersi conto di essere un immobile blocco legnoso.
Quando piovve la pioggia nascose le lacrime dell'albero ferito due volte. Dall'indifferenza prima, e dalla crudeltà della natura poi. Rimasto nuovamente solo, riprese a brontolare e a sperare, fino alla fine della sua esistenza terrena.
Che arrivò d'estate,come avrebbe voluto lui. Per il bacio d'un fulmine, e per l'abbraccio del vento..."

Alla prossima!!
I Vostri Charlatani Ambientalfavolisticizzati

martedì 14 settembre 2010

CICLO DI STAGIONI





"Settembre è un mese malinconico.
L'abbronzatura dell'estate comincia ad andarsene e, come un serpente in procinto di cambiar pelle, anche noi ci accingiamo ad affrontare l'autunno consapevoli che tutto sarà diverso da prima.
I meloni, le pesche, i frutti di mare e le scorpacciate fresche dell'estate lasceranno il posto ai melograni, alle mele gialle, alle castagne e al torpore delle fonti di calore.
Se camini, stufe, termosifoni o "partners" è indifferente.

L'estate è la stagione dell'aperto, dello stare in grandi spazi a contatto col cielo e in apoteosi sociale.
L'autunno è quella del rifugio: si comincia ora ad imbastire la protezione all'inverno e si passa il tempo a riflettere e a sperare che la notte non finisca mai tanto è piacevole il poltrire sotto le coperte calde.
Siamo ad un punto delicato dell'anno, in cui l'ispirazione balbetta.
Ma è naturale, fa tutto parte del gioco.
Ora nevicano foglie, domani accenderemo il fuoco e ci racconteremo storie. Così facendo sarà di nuovo Estate, e torneremo ad aspettare l'Autunno. Ancora, e ancora, e ancora..."

Alla prossima!
I Vostri Charlatani stagionaloseggianti

lunedì 6 settembre 2010

Testa in coda

Quante volte siamo stati in coda?
Alle poste, in aeroporto, negli uffici pubblici, in cassa al supermercato...
è sempre una scocciatura.
E in autostrada? Il peggiore, o per meglio dire, il più stressante, degli esempi.
Eppure queste file trasudanti di bile repressa e congestionate d'asfalto possono essere delle ottime fonti di ispirazione per un pensiero poetico scorrevole (almeno quello..).
Dopo 4 ore infinite sulla A14, nel tratto che da Forlì porta a Bologna, eccovi l'esperienza notturna di Beppe tradotta in chiave metaforica del dialogo immaginario (frutto dei crampi da frizione-acceleratore-frizione-freno-frizione-acceleratore-frizione-freno) avuto con una sconosciuta vicina di disavventura.



IN CODA, IN AUTOSTRADA

"Io e te,
non siamo niente.

Ingoiati tra le fauci di questo luminoso, infinito serpente.

Ricchi o poveri,
gli è del tutto indifferente.

Continua ad inghiottirci,
voracemente.

In questo inferno di gomma,
asfalto,
metallo,
notte
e bestemmie..."

Alla prossima!
I Vostri Charlatani autoimmobilisticizzati

sabato 28 agosto 2010

'Nemo tutti a sonare

Piccola storia a riassumere le prime ore del week-end Charlatano ospiti della vallata brendolana...in ritiro compositivo, creativo e senza dubbio "festivo"...

"...Quattro menti, decisero contenti, di sovraesporsi ai propri discorsi.
Senza trucco e senza inganno combatterono l'affanno di incalcarsi i polsi.
Due settimane. Non di più.
Ecco cosa gli balenava in testa, su per giù.
Erano ormai arrivate le 4.00 o poco più, e, classico, filosofico, parlarono d'arabo e greco. D'oro e informatico.
Facevano scherzi, e giocavano a parlare, una lingua straniera. Valicando la frontiera dell'orrizzonte esposto all'urto corrotto del loro stato d'ebrezza, della natura ascoltavano i grilli, e dell'erba sentivan la carezza..."

Alla prossima!
I Vostri Charlatani ritirareggianti...

domenica 15 agosto 2010

Alla Prossima!

Richiamando al nostro consueto saluto finale vi rendiamo omaggio con questa postata di mezza estate.
Stiamo lavorando sulla composizione dei nuovi pezzi e questo, unito al maltempo degli ultimi giorni, contribuisce ulteriormente a darci la forza di perseverare nel perfezionare sound, esecuzione e tempi del lavoro che dovrebbe veder la luce entro la prossima primavera (e se poi avverrà prima, tanto meglio...).
Sembra dura, e in effetti lo è.
Far combaciare gli impegni che un po' tutti abbiamo con il poco tempo a disposizione per poter sperimentare insieme, allunga la gestazione, ma non ci spaventa.
Servono costanza e pazienza, per questo ci togliamo dalle scene per un po', quel tanto che basta a fare le cose per bene.
Ci sentirete da qui, comunque. E se con qualche novità, dipenderà da noi.
Nel frattempo
ALLA PROSSIMA!!!

I Vostri Charlatani laborioseggianti

lunedì 26 luglio 2010

Non si sa mai...

Cosa può accadere nella nostra quotidianità? Di certo non c'è nulla. Quindi perchè porsi dei limiti?
L'ispirazione può arrivare da un momento all'altro, da qualsiasi fonte, anche la più inaspettata.
Non in questo caso però. Quella sotto riportata è la "storia" da cui dovrebbe prendere forma il testo di un nostro pezzo per ora ancora in fase strumentale. Se avete suggerimenti per partecipare attivamente alla stesura delle prossime liricità non lasciate che il momento buono sia passato: fatecelo presente. Potrebbe essere utile in futuro.
Alla Prossima
I Vostri Charlatani francesisticizzati

Bacio alla francese

Guarda che bel cielo c’è oggi!
Esco.
La strada grigia e riscaldata dall’estate mi obbliga a deviare la passeggiata verso il parco.
Starò seduto sotto un albero e rifletterò. O addormentandomi mi riprenderò dalla sbornia di ieri sera.
Cammino lungo i viali, ma qualcosa è diverso.
Le strade sono più grandi, caotiche; e tutte confluiscono in un unico grande punto centrale da cui si erge una mastodontica struttura di ferro e acciaio alta più di 300 metri.
Dalla forma pare un’enorme Y rovesciata….
Cazzo! Questa non è Bologna!!!!
Sono a Parigi!!!!!!!

Come ci sono finito?
E perché poi?
Sto sognando?
…È l’unica spiegazione…

Continuo comunque a camminare.

Arrivo ai piedi della scalinata della basilica del Sacro Cuore.
Mi fermo.
Mi siedo.

Comincio a pensare che se anche tutto ciò sia realtà, non è che sia poi tanto male.
In fondo sono a Parigi gratuitamente, e come ci sono arrivato e perché ormai non ha più importanza.
Un bel sorrisone pacifico prende forma sul mio viso ormai rasserenato e va riflettersi su quello di lei, la sconosciuta dal cappello beige.
Mi alzo, lentamente.
Mi avvicino, guardandola. Non si muove.
Sorrido ancora, e la bacio, di scatto. Come un fulmine.
Mi da uno schiaffo, di risposta. Come la frusta di un domatore.
Poi, mi guarda, e accenando un sorriso mite mi dice “Je t’aime”….

lunedì 12 luglio 2010

Cronache di uno sgarbo (?)

Da quel che è successo Venerdì 09 Luglio al Rock Farm sono emerse svariate ipotesi. Noi proviamo solo a mettere in prosa quanto più o meno è successo. Eventuali riferimenti a cose o persone che possano emergere durante la lettura sono da ritenersi puramente casuali



All'alba, forse sarebbe finita. Ma qualcosa lo impedì.
Di fronte a tutto quel baccano, sembrava impossibile pensare il contrario.
Ridestati dalle sirene del pubblico ordine, i ragazzi dovettero cedere il passo.
Evanascenti furono gli sforzi per rimediare, ormai il dado era tratto.
Mestamente la musica, l'allegria e la giovinezza fecero spazio al silenzio.

Zanzare ribelli tuttavia, continuavano imperterrite il loro concerto.
Allo sfociare dell'insofferenza a tutta questa situazione, la cosa degenerò.
Rissose anime deluse dalle scarse risorse rese disponibili, lamentarono soprusi.
Ovunque fosse il responsabile di tutto ciò, pareva chiaro l'augurio:
"Che gli si chiuda lo sfintere, per ricordargli di cosa è pieno e da cosa è composto".

Alla Prossima
I Vostri Charlatani prossimi alla ri-creazione

giovedì 1 luglio 2010

Ariaaaa!!!!!!

Piccola novella in seconda persona per arrivare prima a godersi la bella stagione. E non solo...



"L'estate è iniziata e il caldo sta facendo il suo sporco dovere. Ti senti come un ghiacciolo al forno, ma il restare tra amici condividendo esperienze e sensazioni scalda il cuore e rinfresca la mente. Vaghi per le strade della città lamentandoti che non c'è il mare, che non hai una persona da amare, che il governo fa schifo e che qualcosa si dovrebbe fare, ma è tutto inutile. Tu sei fermo, statico, mentre il mondo intorno gira e corre come una trottola impazzita in preda ad un anarchico moto perpetuo. Hai difficoltà a ragionare;
ma come si fa ad avere il sangue freddo con tutto sto caldo?
Cerchi un pò d'ombra, un angolo in cui poter riflettere, ma finisci in una chiesa: l'afa ha fatto la fortuna della cattolicesimo.
E quando sei lì di fronte a quei quadri enormi che rappresentano scene di biblica memoria, ti rendi conto che anche per poter provare un minimo di piacere dello spirito a volte è necessario passare attraverso il supplizio del corpo.
Ma è cosa da super eroi del martirio. E per fortuna tu sei semplicemente un uomo.

Ti discosti da quei mastodontici fumetti sacri e torni nel torpore asfissiante degli spazi aperti. Trovi un albero. Ti stendi sotto di esso. Guardi in alto e osservi le foglie: immobili e rigogliose. Vivono anche loro la bella stagione staticamente, in attesa dell'autunno, momento in cui faranno l'unico viaggio della loro vita.
Quanto sei più fortunato? Hai già visto di più di una foglia, e ne vedrai ancora di più. Ma lei ti sembra più saggia.
Perchè?
Nonostante tutto: il caldo, l'immobilità, lo smog circostante; lei sta lì, erta verso il cielo, verso l'alto. Coltiva l'inutile ambizione di raggiungere il divino. E ci riuscirà. Poichè nel farlo condivide con te la sua aria, mentre stai sotto di lei inerme ed imbabolato a riflettere ancora su quell'ultimo balletto verso il basso che precederà la sua ascesa spirituale verso l'infinito.
E ti rendi conto di come sia una chiara allegoria della vita stessa.
Siamo destinati ad un lento declino, ma sta noi riuscire di arrivarci serenamente, rendendo la caduta morbida, aerodinamica, piacevole.
In base a come e di quanto ci modelleremo nei confronti del mondo determineremo la nostra forma di spirito atto ad ergersi verso la trascendentalità del vivere.
Che si riduce, come le foglie, ad un semplice bisogno di ossigeno. Semplice, appunto. E per questo difficile".


Alla prossima
I Vostri Charlatani in procintodiabbassareleemissionidico2

martedì 22 giugno 2010

Diamo i numeri (ma non giochiamo d'azzardo)


UNO partì da solo alla ricerca di qualcosa.
Non trovò granché, ma incontrò qualcUNO.
I DUE allora si apprestarono a discutere sul da farsi e la conversazione si trasformò in un triangolo quando sopraggiunse il TRE.
Che, dall'alto della sua presunta perfezione, riteneva che il mondo fosse troppo svagato senza un minimo di coesione.
"Bisogna far quadrato"- sbottò il QUATTRO, cercando di portare quanta più acqua poteva al suo mulino, proponendosi al ruolo di leader.
Il dialogo degenerò in una tale baraonda, che dal quel caos ne uscì il CINQUE che con tutte le sue incognite e i suoi enigmatici sguardi zittì tutti, facendoli riflettere su di loro e sul loro volersi mettere alla pari degli dei.

Tutto questo iniziò la Domenica, ed era ormai Sabato. Di giorni ne rano già passati SEI, meglio riposare, e riprendere poi il discorso sul lume e le sue vette. Così si addormentarono alla locanda del numero SETTE.

Passò del tempo, e il discorso pareva ormai infinito. Da tempo ormai erano diventati in OTTO, dal momento che si era aggiunto a loro il NOVE, convinto di portare teorie nuove.
Nonostante tutto però, i discorsi stavano ancora a ZERO.
E fu lì, che l'UNO si illuminò. Volse lo sguardo verso quell'essere senza spigoli frutto di tutto quel peregrinare e discutere, e capì di aver trovato quello che cercava da tutto quel tempo:
...un Hula-Hoop.



Alla prossima
I Vostri Charlatani prossimi all'internamento...

mercoledì 2 giugno 2010

E comunque è Festa...


Piccolo cenno di acronimia poetica nei riguardi di una giornata che dai libri di scuola pare importante, ma che dalle poltrone del parlamento sembra essere, per certi rappresentanti di governo, quasi una fastidiosa zavorra da cui liberarsi quanto prima.
Noi ci interessiamo soprattutto di arte, di cose "frivole"; ma ciò non vuol dire che dobbiamo per forza restare indifferenti e neutrali di fronte a certi atteggiamenti e a certi provvedimenti del tutto sconsiderati nei confronti del bene comune e all'interesse della collettività.
Vogliamo quindi augurarci che le parole sotto riportate siano l'esempio di qualcosa che rappresenti non solo il nostro passato, ma anche il nostro futuro.

Forte
Evento
Storico
Tra
Avvenimenti

Di
Estrema
Lucidità.
L'
Assolutismo

Represso
E
Perdente
Udì
Boati
Biblici.
L'
Italia
Cambiava
Ancora



Alla prossima!
I vostri Charlatani civilisticisticatamente-civilisticizzati

sabato 8 maggio 2010

Diritto di replica (?!) pt.3

Il nostro breve viaggio nel mondo del diritto d'autore è arrivato al suo epilogo. Ringraziamo quindi Antonella de Robbio per la disponibilità e la meticolosa precisione delle sue risposte; e ci auguriamo che quest'iniziativa sia stata utile a tutti coloro che, come noi, abbiano il piacere di divulgare la propria arte senza paura di plagi o "furti".

- Credi che oggi il mondo del “diritto d'autore” sia al massimo della sua evoluzione, oppure c'è qualcosa che, secondo te, valga la pena di considerare per migliorarlo?

Il diritto d’autore è alla fine secondo me. La possibilità che le idee originali degli autori, contenute nei documenti, possano liberamente circolare è una funzione di rilevanza sociale che rientra nei diritti dell'uomo, ci dice Tito Ballarino per anni ordinario di diritto internazionale all’Università di Padova. Per citare un altro giurista, Andrea Rossato, docente di diritto privato comparato e fondatore della prima rivista giuridica europea interamente on-line (The Cardozo Electronic Law Bulletin) si occupa da anni di diritto delle nuove tecnologie ed analisi economica del diritto, da tempo parla di “morte del diritto d’autore”.
In effetti non ha tanto senso riferirsi ad un sistema radicato in un contesto sociale, economico e culturale ormai vecchio e inadeguato. Le norme che regolano il diritto d’autore non sono adatte al contesto ormai evolutosi e tuttora in evoluzione. Mentre per i brevetti la normativa si è adeguata al contesto economico, anche se con dei correttivi solo recentissimi (ultime settimane), per il diritto d’autore dovremmo cambiare rotta. L’Open Access è un modello, per l’ambito scientifico. Vanno studiati nuovi modelli di business che considerino i nuovi scenari tecnologici come un’opportunità e non come una minaccia. La dematerializzazione di molte componenti delle attività economiche (beni e servizi) dei paesi avanzati comporta necessariamente una rivisitazione dei modelli economici che interagiscono con la proprietà intellettuale. Il fenomeno della “lunga coda” ne è un tipico esempio.
Il diritto d’autore è frutto del contesto sociale, culturale ed economico in cui è incardinato e quindi al mutare di questo tessuto socio-culturale ed economico mutano le condizioni, è una sorta di patto sociale.
In un “vecchio” libro del 1997 che all’epoca fece molto scalpore - mi riferisco a Digerati: dialoghi di John Brockman – e che raccoglie una serie di interviste con gli artefici della nuova frontiera elettronica l’autore dice che nei secoli, la vita intellettuale è stata caratterizzata dal fatto che solo una cerchia ristretta di persone ha avuto il privilegio di pensare per tutti gli altri. Quello a cui assistiamo oggi è un passaggio epocale di consegne da un gruppo di pensatori, quelli che abbiamo chiamato letterati, a un nuovo gruppo: gli artefici della terza cultura. Chi sono questi nuovi intellettuali? I Digerati, un neologismo gergale composto dall'inglese digital e dal latino litterati oppure da digital e glitterati (gente alla moda), indicante i protagonisti della rivoluzione digitale e della nuova cultura informatica alla base di Internet.
Nel libro di Brockman i digerati intervistati ci raccontano come la proprietà intellettuale, intesa come copyright, nel tempo andrà sempre più affievolendosi fino a sparire entro le piattaforme del cyberspazio che vendono servizi a valore aggiunto. Modelli economici che saranno sempre più orientati all’acquisto di servizi piuttosto che di contenuti e quindi il concetto di proprietà intellettuale nel senso di copyright sparirà per lasciar posto a servizi personalizzati e ritagliati sull’utente o su categorie di utenti. E’ un fenomeno al quale stiamo già assistendo da tempo, a seguito della nascita nuove piattaforme multilaterali nel mercato economico dei servizi come Google per esempio che si sostiene grazie alla pubblicità.
Non va nemmeno trascurato il fenomeno legato all’avanzare delle reti sociali, al cosiddetto web 2.0 dove i diritti possono assumere forme diverse, sfiorando aspetti correlati alla tutela dei dati personali, alla privacy o alla gestione di diritti della collettività orientati al marketing.
Insomma, sono convinta che l’attuale modello su cui oggi si basa il sistema a diritto d’autore non potrà reggere molto, non lo considero quindi un sistema in evoluzione, ma in regressione. Non so se vi sarà un modello normativo oppure se il libero mercato stabilità meccanismi di auto-regolamentazione nei vari contesti.

-Parlaci anche un po' di te e dei tuoi progetti futuri.

Da tempo non mi definisco più “bibliotecaria”, bensì “specialista dell’informazione”, la rete è il mio spazio di libertà. Non essendo una “nativa digitale” per usare un termine alla Wired, mi considero comunque una “Digerata”, non di certo una immigrata digitale anche se sono cresciuta professionalmente prima delle tecnologie digitali e le ho adottate in un secondo tempo.
Non c’è tanto altro da dire.
Di progetti molti, e nascono dall’entusiasmo per la mia professione, che “curo” da oltre 30 anni, e dalla curiosità di scoprire cose sempre nuove. Il mio timore è di rimanere indietro, devo non solo guardare avanti, ma essere avanti “virtualmente”.
Avere un progetto significa avere uno scopo, questo vale sia per i progetti di “vita” sia per quelli “professionali” ma per chi si definisce “ricercatore” nel senso ampio del termine, spesso le due strade si sovrappongono.
I miei progetti sono progetti collaborativi, entro il gruppo italiano Open Access, dal mio team in E-LIS, l’archivio aperto internazionale per la Library and Information Science che ho messo in piedi nel 2003 insieme ad un gruppo di professionisti di vari Paesi, dalla redazione di AIB l’Associazione Italiana Biblioteche, e da quella di AIDA l’Associazione Italiana per la Documentazione Avanzata. Gli obiettivi dei progetti che mi frullano in testa, sempre nuovi, sono condivisi e tesi allo sviluppo di strumenti per il diritto di accesso all’informazione, per una scienza e cultura senza barriere, perché non c’è crescita senza condivisione.

- Grazie per la tua disponibilità. C'è qualcosa che non ti abbiamo chiesto e che terresti di poter dire?
Sì, vorrei aggiungere che credo molto nelle nuove generazioni e che nutro una grande fiducia per quello che i ragazzi di oggi riusciranno a cogliere di buono da questo momento di transizione, utile a costruire mondi interconnessi in spazi mentali aperti ed accoglienti.


Alla prossima!
I Vostri Charlatani Tutelasticizzati

mercoledì 5 maggio 2010

Diritto di replica (?!) pt.2

Continua la nostra intervista ad Antonella de Robbio nell'ambito della tutela e della giurisdizione di idee.

-In Italia c'è un organo che spesso, all'orecchio de “l'uomo della strada”, pare essere l'unica risorsa nel campo delle tutele: la S.I.A.E. Puoi spiegarci brevemente che cos'è e qual è esattamente la sua funzione?

Non è facile spiegare cosa sia esattamente la SIAE e quali siano le sue funzioni, o meglio, ci vorrebbe una seria analisi anche normativa in merito ai poteri ad essa assegnati dalla legge. Ma una buona analisi e descrizione la si trova nel recentissimo documento dell’ AgCom su “Il diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica” recentemente pubblicato sul sito dell’Autorità, documento focalizzato sul tema della pirateria digitale che introduce una distinzione molto corretta tra streaming e downloading. La SIAE è deputata, per la sua natura di ente pubblico su base associativa, a perseguire specifici fini ontologicamente privatistici (ovvero, quelli degli associati) di tutela, soprattutto patrimoniale, delle opere dell’ingegno e – in generale - del diritto d’autore. Il nucleo delle funzioni attribuite istituzionalmente all’ente è costituito principalmente dall’attività, di natura privatistica, di intermediazione nell’utilizzazione economica delle opere protette da copyright: riproduzione digitale (CD e DVD), musica, spettacoli, mostre, teatro, lettura ad alta voce…
La SIAE è la Società Italiana degli Autori ed Editori, ma di fatto – erroneamente a quanto si pensa – non tutela gli autori o gli editori, in quanto è la legge che stabilisce la titolarità del diritti e di conseguenza definisce la tutelabilità delle opere. La SIAE non supporta nemmeno nei casi di plagio. Quello di cui si occupa è la gestione dei diritti per conto di autori ed editori.
Di fatto l’autore o il suo avente causa può esercitare personalmente i diritti riconosciuti dalla legge, oppure affidarne la tutela alla Società Italiana degli Autori e degli Editori come semplice associato oppure dando un Mandato effettivo alla SIAE. Un autore che opti per un mandato alla SIAE non è però più libero per esempio di esercitare direttamente i suoi diritti.

- Esistono degli organi alternativi?

Recentemente si sta parlando molto dell’AGCOM, l’Autorità per la Garanzia delle Comunicazioni che per la sua natura di autorità amministrativa indipendente, svolge, funzioni super partes di garanzia e vigilanza del sistema delle comunicazioni elettroniche (attraverso poteri istruttori, di accertamento e sanzionatori), al fine di assicurare il rispetto delle regole del mercato e dei consumatori; essa persegue fini pubblici, tutelando – contemperando tra loro- interessi costituzionalmente protetti.
Un ruolo molto diverso da quello della SIAE per certi versi però no è chiaro a chi spetti che cosa e dove i due enti si sovrappongano in ruoli e compiti. La norma è carente in merito, ma sembrerebbe che la competenza della SIAE concerne il porre in essere attività di tipo operativo e iniziative di cooperazione sulla base di uno schema istruttorio definito in ultima analisi dall’Autorità.

Poi, per citarne alcuni vi è l’AIE L’Associazione Italiana Editori (AIE) un’ associazione di categoria, aderente a Confindustria, con circa 420 soci copre circa il 90% del mercato librario italiano. Rappresenta, sul piano nazionale, le imprese che producono e gestiscono i contenuti, indipendentemente dal formato in cui sono veicolati, tutelando gli editori e facendo attività di consulenza. Dell’AIE fa parte anche EDISER una società di servizi che si occupa di formazione e monitoraggio dei dati.
AIDRO invece è una società per la gestione collettiva dei diritti che tutela i diritti di riproduzione delle opere librarie e periodiche. (non si occupa di digitale).
Ha due principali ambiti di attività:
• le azioni di contrasto contro la pirateria libraria
• la gestione, per conto degli autori ed editori associati, dei diritti di riproduzione in fotocopia delle opere librarie per uso professionale o commerciale, nei casi quindi che vanno oltre la riserva di legge concessa alla SIAE (uso personale entro il limite del 15% di ciascun libro o rivista). AIDRO offre un sistema di licenze studiato per soddisfare le diverse esigenze del mercato.
La FIMI Federazione Industria Musicale Italiana è una federazione che tutela e promuove le attività connesse all'industria discografica in generale e rappresenta circa 2500 imprese produttrici e distributrici in campo musicale.
Ma numerose sono le possibili associazioni, federazioni, società per la gestione collettiva dei diritti, sindacati associativi, nazionali o internazionali.


- Che cos'è il “Creative Commons”?

Creative Commons è un'organizzazione non-profit che opera nel pieno rispetto delle leggi esistenti.
Le licenze Creative Commons sono sei possono essere usate da artisti, giornalisti, docenti, istituzioni e, in genere, creatori che desiderino condividere in maniera ampia le proprie opere secondo il modello "alcuni diritti riservati". C’è molta confusione sull’uso di tali licenze. Le licenze Creative Commons sono un mezzo per educare l’utente che capita su una risorsa in rete a tenere un comportamento corretto. La licenza dice all’utente quello che può fare e quello che non può fare.
Poiché la legge è molto rigida, la licenza stabilisce invece cosa è possibile fare con quella risorsa (musica, testo, immagine che sia). Ci sono anche molti falsi luoghi comuni, si dice che dotando il proprio lavoro di una licenza CC si perdono i diritti. Nulla di più falso. La licenza serve solo a comunicare di chi sono i diritti e cosa l’utente può fare, allargando le eccezioni consentite dalla legge. Un’opera con licenza CC può essere riprodotta interamente. Il detentore dei diritti può non autorizzare a priori usi prevalentemente commerciali dell'opera o la creazione di opere derivate e qualora lo permetta, può imporre l'obbligo di rilasciarle con la stessa licenza dell'opera originaria. In Italia si è effettuato un attento lavoro normativo per calare le licenze entro la legge italiana sul diritto d’autore, assai diversa rispetto al modello statunitense noto come “copyright”. L’idea è di espandere la portata delle opere di creatività disponibili per la condivisione e l'utilizzo da parte di altri soggetti o utenti in generale, per offrire la possibilità di poter costruire, com'è sempre avvenuto prima che si abusasse della legge sul copyright, sul lavoro degli altri nel pieno rispetto delle leggi esistenti. E’ naturale che se si sono ceduti i diritti, magari in modo esclusivo ad un editore, non è possibile dotare di licenza CC il proprio contributo.

- Ad un nostro precedente incontro, accennavi qualcosa riguardo all'Open Access. Parlacene un po’.

Esiste una definizione precisa di Open Access, nota anche come definizione BBB che sta ad indicare i tre momenti (2001-2003) in cui tale definizione si è perfezionata, e cioè entro il Bethesda Meeting, la BOAI Budapest Open Access Iniziative, e la Berlin Declaration. In parole povere Open Access (Accesso Aperto) significa accesso libero e senza barriere al sapere scientifico. Si tratta di un movimento o, meglio, di una serie di strategie, nate all’interno del mondo accademico, il cui scopo è riguadagnare possesso della comunicazione scientifica offrendo libero accesso ai risultati della ricerca. Il costo delle pubblicazioni scientifiche è aumentato a dismisura negli ultimi decenni, abbiamo riviste scientifiche i cui abbonamenti annui sfiorano € 23.000. Da un’indagine europea il mercato dell’editoria scientifica è il mano per il 70% a soli 11 grossi editori (multinazionali). Attraverso l’OA si Sfruttano le potenzialità offerte dalla rete e gli articoli vengono resi accessibili senza le restrizioni e le barriere previste dalle licenze tradizionali che impediscono per esempio ai paesi in via di sviluppo l’accesso ai contenuti. Nel framework OA la disseminazione dell’informazione garantisce un reale impatto: più un articolo è liberamente scaricabile, più è letto, più viene citato. Questo favorisce la condivisione del sapere e quindi un più rapido avanzamento della conoscenza, senza barriere, in tutto il mondo.
Due sono le strategie di pubblicazione o i canali dell’Accesso Aperto:
- La via verde: l’autoarchiviazione in archivi aperti: archivi digitali a carattere istituzionale o disciplinare, vi si deposita il pre-print o il post print dell’articolo in accordo con le politiche di copyright dell’editore
- La via d’oro: pubblicazione su riviste ad Accesso Aperto, che garantiscono la peer review ma adottano un diverso modello economico: nessun pagamento richiesto per accedere ai testi, i costi di pubblicazione sono coperti da una quota versata dall’autore o dalla sua istituzione (la tendenza è di ricomprendere i costi di pubblicazione nel budget iniziale stanziato per la ricerca)

...E non finisce qui...

domenica 2 maggio 2010

Diritto di replica (?!) pt. 1

A più di un anno dalla nascita di questo spazio, abbiamo ben pensato di occuparci del diritto d'autore. Un argomento annoso e che, per chiunque faccia una qualsiasi attività artistica e non, rappresenta spesso un aspetto poco piacevole del proprio lavoro.
Per parlarne ci siamo rivolti ad Antonella de Robbio,coordinatrice delle biblioteche del Polo Giuridico dell'Università di Padova, nonchè tra i fondatori del movimento Open Access ed esperta in campo legislativo, storico e burocratico di tutto ciò che riguarda la prevenzione e la tutela della "paternità creativa".
Nei giorni a seguire avrete modo di leggere per intero le dieci domande che le abbiamo posto e che compongono quella che doveva essere un'intervista, e che in poco tempo ha assunto la dimensione di vera e propria formazione.
Ci auguriamo quindi che ciò vi sia utile, almeno la metà di quanto lo sia per noi.
Buona lettura!

-Proprietà intellettiva, diritto d'autore e copyright: esattamente in cosa sono differenti?

La proprietà intellettuale è un sistema normativo complesso che regola due differenti ambiti:
- La proprietà intellettuale industriale: quella che si riferisce ai marchi, ai brevetti, ai disegni industriali o al design della moda
- La proprietà intellettuale artistica e letteraria: è la sfera definita come a “diritto d’autore” o anche “copyright” (ma poi vedremo le differenze tra questi due termini). Qui si colloca tutto ciò che è prodotto dell’ingegno come la pittura, la scultura, musica, la fotografia, il cinema, e la letteratura, compresa anche la letteratura “scientifica” (nel senso di accademica). Libri, riviste, articoli pubblicati su riviste, saggi, lavori presentati a conferenze, report, preprint, dispense e lezioni, insomma si tratta di materiale che rientra in questa sfera. Nelle università le produzioni intellettuali rientrano per il 95% nella pubblicista, cioè appunto nel diritto d’autore, il resto attiene ai brevetti in quanto “invenzioni”.
Nella proprietà industriale ciò che viene tutelata è l’idea, mentre nel diritto d’autore è la forma dell’idea ad essere oggetto di tutela. Sono due modalità profondamente differenti e del resto parliamo di due corpi di norme differenti che – pur rientrando sotto un cappello comune di proprietà intellettuale a livello internazionale – hanno regolamenti assai diversi. La proprietà intellettuale viene regolata da un Codice che è la Legge 130 del 2005 il cui regolamento attuativo, proprio in questi giorni, è oggetto di profonde modifiche per allineare il nostro Paese a quanto stabilito dalla Direttiva Europea, ma anche per adeguarci a quanto stabilito in sede di Strategia di Lisbona nel 2000.
La proprietà artistica e letteraria, o diritto d’autore è invece regolata da una norma, la legge 633 del 1941 che ha subito numerosissimi interventi a seguito di modifiche interne, recepimento di direttive europee, adeguamenti a trattati internazionali. Ma soprattutto di recente, un cattivo uso di strumenti legislativi tra i più vari sono via via intervenuti a modificarne l’impianto originario nel tentativo (spesso maldestro) di favorire lobby di mercato preoccupate per i propri interessi economici danneggiati dall’avanzare dello sviluppo della tecnologia (fenomeno della pirateria).
La norma attuale che regola il nostro sistema italiano a diritto d’autore non è un Testo Unico e da alcuni giuristi è definita come “il mantello di Arlecchino” proprio per i frequenti rattoppi operati che la rendono per certi versi ambigua e incoerente.
Di fatto mentre nella proprietà industriale si tutela l’idea, nel diritto d’autore la tutela agisce sulla sua forma. Inoltre nella proprietà industriale l’idea deve essere “innovativa” e quindi cambiare lo stato dell’arte e della tecnica, deve esserci una invenzione nell’idea, qualcosa che prima non esisteva, quantomeno non in quella modalità. L’idea deve poter generare qualche cosa che poi sia applicabile su vasta scala, per esempio un prodotto industriale o farmaceutico che poi sia distribuito sotto forma di brevetto a tutta la collettività.
Come vedi è molto diverso rispetto a un’opera letteraria, o artistica che invece deve avere carattere di “originalità” deve quindi essere creativa, ma sicuramente non ci cambia la vita a livello pragmatico. L’invenzione del frigorifero ci ha cambiato la vita, o il motore a scoppio o l’aspirina (acido acetilsalicilico), anche un buon libro ci può cambiare la vita sicuramente, ma in modo diverso ;-)

Il diritto d’autore è quindi un sistema che accorda all’autore tutti i diritti e rientra come corpo normativo entro il più ampio sistema della proprietà intellettuale.
La titolarità dei diritti spetta all’autore dell’opera che non ha obbligo di registrazione per far valere la titolarità sull’opera da lui creata. Si divide sostanzialmente in due sfere:
- Diritto morale: diritto di pubblicazione, diritto all’inedito, diritto ad essere riconosciuto come autore
- Diritti economici: traduzione, distribuzione, messa su web, diffusione, prestito, riproduzione, rielaborazione, adattamento …
Il diritto morale è il cordone ombelicale che lega l’opera al suo autore e nel nostro sistema è un rapporto fortissimo che determina l’assetto normativo italiano e anche per certi versi europeo e lo differenzia dal sistema anglosassone detto invece “copyright”.
E’ comunque invalso l’uso di definire con il termine “copyright” i diritti economici, questo perché il dibattito degli economisti ha tentato nel corso degli anni di ricondurre entro un discorso più ampio di “mercato delle idee” ciò che erano i prodotti dell’ingegno e le opere che a seguito di una fruizione da parte dell’utenza potessero in qualche modo remunerare l’autore.
I diritti d’autore durano 70 anni dopo la morte dell’autore e corrono lungo l’asse ereditario, i diritti editoriali hanno un massimo stabilito dalla legge pari a 20 anni, ma possono essere appunto regolati nel contratto tra autore ed editore.
Il Copyright invece è un sistema normativo proprio dei Paesi anglosassoni basati sulla Common Law e sull’istituto del Fair Use, che non vige in Europa.
In Europa e in Italia, abbiamo un sistema che prevede “eccezioni” ai diritti che sono degli autori o, nel caso l’autore abbia ceduto i diritti a una figura terza (editore per esempio). Le eccezioni si riferiscono ad alcuni diritti per esempio la riproduzione (fotocopie) o il prestito e sono stabilite dalla legge per certe categorie come l’uso personale, le persone con disabilità, le biblioteche.
In Italia le eccezioni per ricerca e didattica sono ridotte all’osso. Per questo il diritto di accesso all’informazione è gravemente compromesso in particolare a seguito della legge 248/2000 che ha cassato le “libere utilizzazioni” prima territorio delle biblioteche e dell’uso personale.

- Sei una grande esperta in questo campo: cosa consiglieresti di fare ad un artista che vuole tutelare le proprie opere?

Essendo tra i fondatori dell’Open Access(OA) in Italia e comunque coinvolta nel Movimento OA fin dal suo sorgere, ritengo che le opere debbano essere accessibili alla collettività, questo per un progresso della scienza e della tecnica.
Mi rendo conto comunque che se questo vale per la scienza e, in parte anche per la tecnologia, per le opere a carattere artistico non è sempre vero. Un autore può dedicare la sua vita, non solo professionale, per la creazione di opere che poi giustamente devono in qualche modo essere remunerate se fruite dal pubblico: è il caso dell’arte, spettacolo, musica.
E’ anche vero che l’attuale sistema che vieta una serie di azioni conduce un’intera generazione di giovani ad essere assimilatati a dei “pirati”, una brutta etichetta, brutto termine, proprio perché non si vuole capire che la tecnologia avanza alla velocità della luce quasi e che le nuove generazioni sono praticamente immerse, permeate dalla tecnologia. Definire tutti pirati è anacronistico.
Forse il rovesciamento della piramide dell’attuale sistema normativa, potrebbe davvero condurre ad una rivoluzione anche “economica”. Non dobbiamo dimenticare che sistema normativo e economia sono strettamente correlati.
Ritengo che saranno gli stessi artisti d’avanguardia a dettare nuove regole “de facto” in merito alla gestione dei diritti sulle loro opere e alle condizioni di fruibilità e di conseguenza al loro potere economico anche in termini di economie di scala e nuove nicchie di mercato.
In altri termini ad un artista direi di immettersi in uno dei network per lavori collaborativi, tra artisti, un po’ quello che è sempre successo nei movimenti artisti che hanno caratterizzato l’arte del Novecento, solo che ora si va verso un mondo digitale prima sconosciuto con delle potenzialità ancora in gran parte inesplorate. Arte digitale libera e remigata e questo vale anche per la musica, ma non solo. I nuovi processi creativi si basano su tecniche quali la manipolazione, la replicazione, la sintetizzazione, ma soprattutto la condivisione di contenuti, ma anche degli stessi processi all’interno di una congiuntura totalizzante che è propria dell’atto creativo. Solo così possiamo mantenere le radici culturali andando verso un futuro innovativo anche per l’arte.
Derrick de Kerckhove, sociologo belga, che promuove nuove forme di espressione artistica, che uniscano le arti, l'ingegneria e le nuove tecnologie di telecomunicazione, ci insegna che laddove le nuove tecnologie abilitano modelli fondati sull’autodeterminazione e sulla condivisione di risorse e conoscenze, il realizzarsi di questa possibilità si scontra da un lato con la
resistenza delle strutture economiche, politiche e legislative esistenti, dall’altro con un divide squisitamente culturale e di linguaggio. Copyright e processi di produzione artistico-culturale
catalizzano spesso queste tensioni di fondo.

- E più precisamente in campo musicale?

Guarda, vale lo stesso discorso fatto per l’arte in generale. Ma qui abbiamo anche la componente “fruizione di rete” molto forte, cioè il popolo della rete che usa musica, la scarica, la riproduce, in modo spesso “considerato” illegale. I. mercato economico dovrà adeguarsi e a riguardo recentemente si sono registrati dei timidi cambiamenti, come quelli introdotti dalla Apple che ha rimosso i DRM dai file musicali. Il fatto però che si possano rendere disponibili file musicali senza i vincoli del Digital Rights Management (DRM) non significa che decadano i diritti d’autore legati ai brani musicali messi in commercio. Ma di fatto poco cambia, la musica resta di proprietà di chi ne detiene i diritti, come qualsiasi altra opera dell’ ingegno, e gli utenti che decidono di comprarla hanno a loro volta il diritto di poter usufruire liberamente, in sede privata, dei brani acquistati, se non altro per effettuare copie personali di backup.
Resta comunque illegale la duplicazione in serie e la diffusione ad altri, in rete o via telematica, di brani di cui si possiede solo l’autorizzazione all’uso personale.

Allora mi vengono in mente i tre capisaldi del Lessig-pensiero: riforma del copyright, neutralità della rete e Open Government. Lawrence Lessig docente ad Harvard e Stanford è uno dei massimi esperti di copyright nel mondo, oltre che un guru della rete, ed è stato invitato recentemente (11 marzo 2010) a tenere una lectio magistralis dall’eloquente titolo “Internet e Libertà” alla Camera dei Deputati. Il suo particolare tipo di attivismo lo ha condotto a inventarsi un nuovo sistema di protezione della proprietà intellettuale, le Creative Commons, di cui parleremo più avanti.
“Fare la guerra a Internet significa fare la guerra ai nostri figli: non possiamo impedire ai nostri figli di essere creativi, ma se criminalizziamo la tecnologia, rendiamo i nostri figli pirati e clandestini.” I nostri figli sono i “nativi digitali” perché sono nati con le tecnologie digitali, non sono come noi che le abbiamo adottate strada facendo, in quanto siamo nati prima di queste tecnologie che popolano il cyberspazio.
Le parole con cui Lawrence Lessig, fondatore di Creative Commons, ha concluso il suo speech a Montecitorio, sottolineano come attualmente il maggiore divario nel mondo è dato dalla separazione tra generazioni piuttosto che dalla separazione tra nazioni. E in particolare questo comportamento si riferisce alla musica laddove i ragazzi vivono in un’era di proibizione: la loro vita la vivono sempre contro la legge. E tutto questo corrode alle basi la democrazia e lo stato di diritto.

..To be continued...

giovedì 22 aprile 2010

Allori d'Aprile



Dopo le ultime settimane passate a digerire i pasti pasquali e a cingerci di gloria e responsabilità vi proponiamo la lettura di una poesia scritta a quattro mani da uno pseudonimo che di nome fa Allori.
Un bell'esempio di non-sense letterario che ha come incipit la rivisitazione di una nota filastrocca per bambini:

"La vispa Teresa
la vedo un po' tesa:
...oh! fosse distesa!
Cos'è che le pesa?

Cagion di contesa
fu'l fare la spesa:
con grande sorpresa,
con cenno d'intesa,
fu poca l'attesa

ma nella ripresa
la sciocca Teresa
si è subito arresa:
la lista di spesa
avea mal compresa!

e invece di fesa
(parevale lesa)
intese una fresa,
seppur non sia blesa!

Cibaria inattesa,
mangiarla fu impresa:
rimase sì illesa
ma un bel pò obesa.

Fu grande l'offesa
inserita la presa!
La pancia fu sfesa,
di rosso si è accesa!

Oh "erre" incompresa,
da lei vilipesa!
Con l'odio Teresa
dolore palesa:

scandire candidi canditi sconditi"


Alla prossima!
I vostri Charlatani aromaticisticatamentepatafisicisticizzati

martedì 6 aprile 2010

Visione Immensa Traversando Tanti Ostacoli Rischiando Ingenti Ammaccature


Un po' come la Nike di Samotracia, anche noi ci ritroviamo ad essere senza testa, senza braccia, ma con le ali bene in vista.
A parte l'allegoria mitologica, la vittoria del "Vicenza Rock Contest", in concomitanza con le festività pasquali, ha comportato in ognuno di noi componenti un gratificante senso di estasi (senza testa), a suggello degli sforzi fatti finora (senza braccia) e a conferma ulteriore della buona fede con cui esprimiamo il concetto di musica pur non essendo dei virtuosi (con le ali bene in vista).
Ma il bello deve ancora venire!
Quest'evento ci stimola e ci responsabilizza alquanto, se pensiamo che disponiamo di sedici ore di registrazione gratuita e che nello stesso lasso tempo un certo gruppo inglese degli anni '70 ha prodotto qualcosa come la trentunesima miglior canzone rock del secolo scorso (Led Zeppelin; "Stairway to Heaven").
Speriamo quindi di riuscire a sfruttare al meglio l'opportunità donataci (e per questo ringraziamo chiunque ci abbia supportato e sopportato dall'inizio del contest; dal pubblico ai giurati, dagli amici ai nostri compagni di avventura degli oltre 60 gruppi che hanno preso parte all'evento), magari con un ep o, chissà, con un nuovo album, ma sicuramente con un ennesima impronta Charlatana sulla sconfinata via del Rock'n'Roll.
Alla Prossima
I vostri Charlatani inprocintoditerminareilprocessodigestivodellescorpacciate
alimentariemusicalidellefestivitàpasquali.

lunedì 29 marzo 2010

Piano Piano..

Lo scorrere del tempo trascende dalle nostre esistenze, così come per un globulo rosso diretto verso i ventricoli e una lancetta nel suo costante, eterno girare.
E così, riflettendo su questa considerazione, ha preso forma l'opera che segue.
Il titolo?
"Globulo Lancetta"
E cosa sennò?
Buona lettura

"GLOBULO LANCETTA"
Dai!
Devo arrivare!
Prima?
Dopo?
No!
ORA!

Ho diritto a una seconda possibilità?
Più tardi...
SEMPRE
Più tardi.

E' bene pulsare.
Ricorda al respiro
la propria responsabilità.

Manca l'aria!
Che si fa?
RALLENTIAMO
E poi?
DORMIAMO

Ci sveglieremo?
Forse
PRESTO
o
Forse
MAI.


Alla prossima
I Vostri Charlatani Introspettivicamentedadaisticizzati

domenica 28 febbraio 2010

Non solo Musica!

Dopo dieci anni di attività, c'era da aspettarselo che la fama dei vostri Charlatani affezionatissimi valicasse gli oceani e arrivasse fino al nuovo mondo.
Ma, piuttosto che a case discografiche o produttori hollywoodiani, sembra che il nostro messaggio abbia scavato giù nelle viscere del deserto e fatto conoscenza con due simpatici esemplari di crotalo texano: Barry e Piotr.
Alias: i fratelli Sock.
Sono due tipi di serpe atipica. Amano la buona musica, il tabacco e, data la loro indole pacifica ed esibizionista, abbiamo ben pensato di chiedergli se volessero darci una mano a comporre la presentazione per la nostra futura partecipazione al Montecchio Heartbeats Contest.
Detto, fatto!
In men che non si dica è nato questo bizzarro video che sa di collaborazione tra musica e mondo animale, accumunati per una volta nell'ottica artistica di un umoristico surrealismo moderno e digitalizzato.
Fate conoscenza allora anche voi con i nostri due nuovi amici, chissà che magari non ci siano altre occasioni di poterli incontrare in futuro.
Alla prossima!





I vostri Charlotte Bean LABoriosi

lunedì 22 febbraio 2010

Svarioni pt.4

Sono stati giorni assai impegnativi sul piano fisico, ma soddisfacenti dal punto di vista musico-festal-interattivo.
Un fine settimana più unico che raro, dove si sono accumunate ottima musica, "fratellanza" e professionalità, è stato fonte di ispirazione per questi ennesimi cenni di irriverenza letteraria.
Godeteveli!

RIFLESSIONI AL PRINCIPIO
Per vincere occorre un fiuto infallibile
Per perdere basta un raffreddore
Serve attenzione
E prepararsi
A improvvisare:
le insidie non sono mai come te le aspetti.

Come la foglia cosciente di dover prima o poi cadere,
più che dalla paura di staccarci dal ramo,
dovremmo concentrarci sull'ebrezza del volo.

Sempre troppo poca se presa con entusiasmo.
E infinita se pervasi dall'angoscia.



VENERE SONICA
Lì,
dal basso
ti posso vedere

E non ha importanza da dove ti riesca a sentire

Quel che più conta è che riesca a percepire
Quanto di bello la tua essenza possa elargire

Mi ricordo bene
era di domenica

Perchè non ho nemmeno suonato l'armonica
talmente ero distratto
da quella Venere Sonica!

(Con dedica speciale a Simone, Francesca, Sofia e Carolina)

Alla Prossima
I vostri Charlatani di nuovo in contatto col Lunedì

venerdì 12 febbraio 2010

BLAST!

Imbastire uno spettacolo non è mai cosa semplice: tutto deve essere calcolato preventivamente e deve funzionare alla precisione di un orologio svizzero.
Se poi ci aggiungiamo la cordinazione che è richiesta dal suonare le percussioni (e non solo) danzando,e in sincrono, la cosa si complica. Ma l'effetto scenico che si ottiene è a dir poco stupefacente.
Prendetevi allora quindici minuti di questa fredda giornata di sole invernale, e scaldatevi mente e anima con ogni augurio di buon fine settimana dai vostri Charlatani
Teatrapercussiodanzisticizzati!





Alla Prossima!

venerdì 5 febbraio 2010

Passato di oggi al sapor di domani


Ieri Facebook, il social network più conosciuto al mondo, ha spento le sue prime sei candeline.
Ad oggi sembra che la potenza contagiante di questo fenomeno di costume post-moderno sia inarrestabile; ma quando anche questa ennesima moda sarà passata, come la ricorderemo?
Noi suggeriamo di farlo con le parole del celebre filosofo patafisico Atset Eppesuig, che in una sua poesia nostalgico surrealista riassume così il rapporto suo e della sua generazione con la diabolica intuizione di Mark Zuckerberg.


QUANDO C'ERA FACEBOOK
Quando c'era Facebook i treni deragliavano in orario
Quando c'era Facebook la Coca-Cola era ancora gasata
Quando c'era Facebook i valori erano multimediali
Quando c'era Facebook i pop corn costavano di più
Quando c'era Facebook la musica era assordantemente muta
Quando c'era Facebook i colori li riconoscevi dal numero di pixel
Quando c'era Facebook la mela era un marchio di computers
Quando c'era Facebook le nuvole erano più difficili da vedere
Quando c'era Facebook il telefono non squillava più quando eri sotto la doccia
Quando c'era Facebook non c'era bisogno di coprifuochi e dittature per restare chiusi in casa
Quando c'era Facebook Io non ero iscritto.


Alla prossima
I vostri Charlatani digitalizzatamente anniversaristici

venerdì 29 gennaio 2010

Ben Tornati!


Dedicato a tutti quelli che hanno a che fare con quei piccoli entusiasmanti neofiti dello stare al mondo che sono i bambini, e che combattono ogni sera al momento di farli addormentare. Ecco un breve suggerimento novellistico che può tornare utile per conciliare l'attività dell'omino del sonno e della fatina della fantasia.
Nonchè dedicato a tutti coloro che hanno ascoltato almeno una volta "The Prince of Idles" e che si sono immedesimati almeno un pò nel protagonista.


DALLA PARTE DELLA CICALA
(Ode al dolce far niente)


Un giorno d'estate la cicala stava, come suo solito, cantando e ballando all'ombra di un salice, senza preoccuparsi del domani.
Ad un tratto, vide passare di fronte a sé una sterminata fila di laboriose formiche, tutte intente a trasportare qualcosa al formicaio.
“Cosa fate?”- chiese la cicala.
“Ci prepariamo ad affrontare l'inverno!”- risposero le formiche.
“Portiamo al formicaio ogni genere di cosa che ci aiuti a sopportare la stagione fredda. C'è chi procura provviste, chi da coprirsi e chi materiale utile a fortificare le nostre case durante le bufere o i temporali...”
“Ma oggi c'è il sole e fa caldo”- ribatté la cicala- “Perché non vi riposate o non vi godete con me la bella stagione?”
“Oh, cara cicala, se facessimo come tu dici probabilmente non sopravviveremmo all'inverno, e se anche potessimo farcela l'estate prossima ci toccherà lavorare il doppio per riempire il vuoto lasciatoci alle spalle. Grazie dell'invito, ma non ci fermeremo con te a cantare e ballare”.
Avvilita per il rifiuto e un po' stizzita dalla saccenza delle formiche la cicala decise di spostarsi all'ombra di una quercia, dieci passi più avanti, per poter continuare a sollazzarsi e a godere del tepore estivo.
D'un tratto le si avvicinò uno scoiattolo. La cicala, eccitata dall'idea di avere un pubblico, iniziò a cantare e ballare come non aveva mai fatto prima, con un energia tale che avrebbe potuto abbattere la quercia e il bosco intero tanto era l'entusiasmo scaturitole da quell'unico, immobile spettatore.
Ma lo scoiattolo non applaudiva all'esibizione: aveva le mani occupate.
Si avvicinò alla cicala quando questa era all'apice della sua espressione artistica, e con voce autorevole le disse:
“Spostati, scansafatiche d'una cicala! Con tutto questo trambusto di canti e balli stai ostruendo il passaggio per la mia tana, dove devo riporre le ghiande che ho in mano e che mi serviranno ad affrontare e a sopravvivere all'inverno. Pussa via! E non disturbarmi più con le tue scempiaggini!”
Sconsolata, ed enormemente sconvolta e stupita per la reazione dello scoiattolo, la cicala si diresse verso le sponde del torrente, venti passi più avanti dal salice, e dieci più in là della quercia.
Si sedette sulla riva e, stremata dall'esibizione precedente e dalle delusioni patite si addormentò.
Quando riaprì gli occhi ciò che vide la lasciò di stucco. Il fiume era congelato, il bosco spoglio e lugubre, il cielo, orfano del sole e del suo calore, era di colore grigio.
Nell'aria si respirava un'atmosfera tetra e funerea: era arrivato l'inverno.
Presa dal panico la cicala cercò allora rifugio tra gli alberi, come faceva d'estate. Ma gli unici alberi che potevano darle un minimo di riparo erano un pino, un abete e un cipresso.
Salì sul cipresso, ma i suoi rami troppo ripidi e la sensazione mortuaria che avvertì la convinsero a scendere subito: quell'albero poteva essere la sua tomba.
Provò allora ad accomodarsi sul pino, ed era già meglio del primo, ma qui furono le foglie troppo appuntite e la resina appiccicosa a farle cambiare idea, e quindi a scendere.
Le restava come ultima speranza l'abete, guarda caso l'unico di tutto il bosco. Appena vi salì, vide scendere dal cielo una calma pioggia di “petali bianchi”. Alzò lo sguardo e si accorse che scendevano direttamente dalle nuvole. Ci volle poco per capire che stavano venendo a riposarsi sulla terra in attesa della prossima estate.
Era uno spettacolo talmente bello che la cicala, in barba al freddo e all'inverno decise di cantare e ballare come durante la bella stagione. Per festeggiare e per accentuare ulteriormente la magia che in quel momento la vita le stava regalando.
Quando poi la “pioggia” finì, e le nuvole furono ben adagiate al suolo, la cicala notò l'avvicinarsi di strane figure verso l'abete.
Non sembravano creature del bosco, ma da come si presentavano le pareva che coincidessero alla perfezione con quello che un giorno l'amico merlo (uno che ha viaggiato e che il mondo l'ha visto per benino), le descrisse come “uomo”.
Posizione eretta, come un orso quando è arrabbiato, le zampe inferiori più lunghe e grosse di quelle superiori e una testa senza muso o becco.
“Sì sì: sono degli uomini!”- disse fra sé e sé la cicala. Però c'era qualcosa che non quadrava con la descrizione del merlo.
“Lui mi ha sempre detto che gli uomini sono cattivi, che hanno lo sguardo severo e che usando dei tubi di metallo cercano di far male alle creature del bosco con dei pallini pesanti e dolorosi.
Invece, questi sotto l'albero hanno lo sguardo sereno: ridono.
Giocano con le nuvole e costruiscono delle figure simili a loro: che buffo quel naso fatto con una carota!
E poi guarda con quante belle luci e fronzoli stanno addobbando l'abete!
Avranno saputo che qui ci abita la miglior cicala canterina del mondo!
E allora perché non dedicargli un bel concerto?!”
Così la cicala cominciò a cantare e ballare dieci volte più forte di quando vide la neve e cento volte più intensamente di quando ebbe per pubblico lo scoiattolo ingrato.
I bambini ai piedi del tronco furono estasiati da quello spettacolo. La cicala era piccolissima in confronto a loro, ma l'albero amplificava il suo canto talmente bene che la sentirono fino a valle.
Fu un'esperienza meravigliosa, tanto che molti di loro, oggi adulti, la ricordano come “il Natale dell'Abete Canterino”, nonché il più bell'inverno della loro vita.
E la cicala? Riuscì a sopravvivere alla stagione fredda?
Sì, grazie alle caramelle che i bambini appesero all'albero e alla neve che su di lui si poggiò.
Poi, l'inverno successivo si fece accompagnare dall'amico merlo nelle terre del sud, in cerca di nuove esperienze e nuovi pubblici a cui far sentire le sue opere.
Così, di anno in anno, di stagione in stagione, la cicala tenne concerti in tutto il mondo e per tutti i bambini.
Finché anche alle laboriose formiche e all'irascibile scoiattolo non giunse notizia de “L'autunno del Castagno Canterino”, “La Primavera del Ciliegio Canterino” e “L'Estate della Cicala Felice”.

Alla Prossima
I vostri Charlatani favolosi.